Oltre il 30% della produzione complessiva di cibo destinato al consumo umano, viene oggi sprecata lungo una filiera che va dagli scarti di produzione a quelli in distribuzione per finire all‘assurdo ed elevato scarto domestico che avviene nelle famiglie; ciò si caratterizza come un vero e proprio paradosso, in un momento in cui il pianeta vive un’importante emergenza alimentare e buona parte di esso soffre per una contingenza economica fortemente negativa.
Ogni anno nei paesi industrializzati vengono gettati 222 milioni di tonnellate di cibo. (fonte: Barilla CFN); nella sola Europa tale quantità ammonta a 89 milioni di tonnellate, ovvero 18 kg procapite. L’Italia rappresenta circa il 10% con 8.8 milioni di tonnellate di cibo sprecato all’anno, ciò vuol dire 27 kg di cibo procapite che corrisponde ad una perdita economica di 454 euro all’anno per famiglia.
Gli sprechi alimentari avvengono lungo tutta la filiera del cibo, dalla prima trasformazione industriale (39%), alla distribuzione (5%) per finire alla vendita finale e al consumo domestico (42% dello spreco totale in Europa). La crisi economica che attanaglia l’Europa e si ripercuote anche nel nostro Paese, sta contribuendo, in ogni caso, ad una parziale riduzione del fenomeno dello spreco alimentare, ed oggi il consumatore italiano pone maggiore attenzione a ciò che butta nella spazzatura.
Gli ultimi studi evidenziano che il 57% delle famiglie italiane ha ridotto gli sprechi grazie ad una spesa più oculata (47% degli intervistati), ad una riduzione degli acquisti (31%), al riutilizzo degli avanzi (24%) e ad una maggiore attenzione alla data di scadenza (18%). Eppure anche in un momento di forte crisi quale l’attuale, circa il 43% del cibo conservato nel frigorifero/freezer viene sprecato (fonte: Last Minute Market).
Su questo ultimo dato, prettamente inerente allo spreco domestico, vogliamo quindi concentrare la presente trattazione e valutare qual è, o potrebbe essere, il ruolo dei surgelati nell’aiutare il consumatore a ridurre gli sprechi alimentari.
Analizziamo due interessanti ricerche in merito che, pur basandosi su dati leggermente divergenti da quelli da noi sopra riportati, sono molto interessanti per approfondire l’analisi. (In ogni caso le divergenze possono facilmente essere spiegate con alcune differenti merceologie prese in considerazione). La prima indagine è stata svolta da GFK EURISKO per conto di WWF, AUCHAN e SIMPLY.