- Per la normativa amministrativa italiana (per altro di derivazione europea) non è necessario indicare con un asterisco ogni piatto in cui si utilizzano con prodotti sottozero, mentre per la giurisprudenza penale italiana è obbligatorio farlo per ogni singolo piatto, pena una condanna che prevede una reclusione fino a due anni o la multa fino a duemila e sessantacinque euro.
- Una confusione che complica la vita agli operatori dei pubblici esercizi e che – lo sottolineiamo – è ancora più dannosa delle regole stesse, aprendo il fronte a diverse possibili interpretazioni senza la certezza di aver operato nel rispetto delle norme.
- Per la FIPE siamo davanti a un’interpretazione del tutto anacronistica, rimasta ancorata a schemi passati e a modelli di consumo superati, che non riesce a comprendere come le tecniche di congelamento/surgelazione si siano evolute nel tempo, garantendo oggi una qualità e una salubrità perfino superiori al prodotto trattato come fresco.
- Il consumatore di oggi ha conoscenze, esperienze e un accesso alle informazioni talmente rafforzato, che non ha bisogno di un asterisco protettivo per essere garantito sui propri consumi. Esistono altri parametri più affidabili per valutare qualità e sicurezza alimentare delle proprie scelte.
* Direttore Generale FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi