In uno scenario denso di segnali positivi i surgelati hanno chiuso il 2017 con consumi pari a 841.500 tonnellate, il +2,1% rispetto al 2016 (824.480 tonnellate), per un valore di mercato complessivo stimato in 4.200/4.500 milioni di euro, andando oltre le favorevoli previsioni delineatesi nella prima parte dell’anno. Ciò grazie alla continua innovazione delle aziende produttrici, che hanno ben interpretato le nuove esigenze del consumatore mixando l’evidente richiesta di salute/ benessere con quella di servizio/praticità, sempre puntando sulla qualità degli ingredienti utilizzati.

CONSUMI DI PRODOTTI SURGELATI 2017 VS 2016

RETAIL + CATERING

TONNELLATE VARIAZIONE %
CATEGORIE MERCEOLOGICHE 2017 2016 ’17/’16
Vegetali 402.450 395.500 1,8
Patate 145.350 143.900 +1,0
Prodotti ittici 113.400 108.000 5,0
Carne rossa 8.650 8.850 -2,3
Carne bianca 17.700 17.450 1,4
Paste semilavorate 3.350 3.750 -10,7
Pizze e snacks 91.500 89.600 +2,1
Piatti ricettati 45.500 44.650 1,9
Desserts 7.450 7.050 5,7
Frutta 1.900 1.830 3,8
Altro 4.250 3.900 9,0
TOTALE GENERALE 841.500 824.480 2,1
NEL 2017 UNA CRESCITA SIGNIFICATIVA IN TUTTI I COMPARTI

Così come per il comparto alimentare, ancor più per i surgelati il 2017 sembra essersi lasciato la recessione alle spalle. I surgelati hanno ripreso la spinta verso una crescita consistente confermando di essere entrati a pieno diritto negli usi quotidiani domestici e fuori casa. Tale successo è sicuramente dovuto alle prerogative della tecnologia di conservazione che è alla base degli alimenti surgelati, in grado di garantire alta qualità organolettica, disponibilità in tutti i periodi dell’anno, elevati contenuti nutrizionali, ampiezza e varietà di proposte. Senza dimenticare due punti di forza degli alimenti surgelati agli occhi del consumatore: la ricchezza e la trasparenza delle informazioni presenti nella confezione, in una logica di acquisto pienamente consapevole; i lunghi tempi di conservazione del prodotto surgelato, che permettono – fra l’altro – la drastica riduzione degli sprechi. Analizzando nel dettaglio i dati di consumo, si può constatare una crescita in ogni segmento, con una esplosione dell’Ittico e delle Pizze e Snacks.

VEGETALI, I CONSUMI CONTINUANO A SALIRE

Il settore ha saputo rispondere alle richieste dei consumatori, sempre più in linea con le indicazioni dei nutrizionisti e – anche – con il crescente diffondersi dei nuovi trend alimentari (vegetariani, vegani, ecc.), nonché alla forte richiesta sia del tradizionale sia del biologico. I consumi (Retail+Catering) si sono attestati sulle 402.450 tonnellate (+1,8% rispetto al 2016). Aumentano tutte le tipologie, in particolare zuppe, passati e minestroni e, tra questi, i ricettati. I Vegetali sono ormai diventati un “every day product”, presente nelle preparazioni gastronomiche quotidiane.

PATATE, FINALMENTE IN RIPRESA

La decrescita registrata nei due anni precedenti si è interrotta. I consumi (Retail+Catering) di Patate surgelate hanno toccato 145.350 tonnellate (+1% sul 2016), grazie all’aumento nel Catering (+2,4%) che ha sopravanzato per quantità il Retail (73.100 tonnellate contro 72.250), con una particolare menzione per le tradizionali patate fritte. Alla base del successo la grande versatilità di preparazione di questo prodotto, che consente di gratificare qualsiasi tipo di consumatore grazie alla caratteristica croccantezza e gustosità.

ITTICO, AL DI SOPRA DELLE ASPETTATIVE

L’Ittico ha registrato una crescita al di sopra delle aspettative, con consumi (Retail+Catering) pari a 113.400 tonnellate, il 5% in più del 2016, che confermano i Prodotti Ittici surgelati al terzo posto della graduatoria nazionale per quantità consumate dopo Vegetali e Patate. Di particolare spicco il risultato del Retail sia nei filetti naturali (+7%) sia nel mollame naturale e crostacei (+6,7%). I numeri confermano quanto il consumatore apprezzi la qualità e il servizio racchiusi nell’offerta:

  • l’approvvigionamento di materia prima da realtà che adottano sistemi di pesca sostenibili per l’ambiente;
  • l’utilizzo di tecniche di lavorazione che consentono di raggiungere la temperatura di surgelazione in tempi brevissimi preservando in modo ottimale le proprietà organolettiche e nutrizionali del prodotto fresco;
  • la ricchezza delle informazioni destinate al consumatore per un acquisto e un consumo consapevoli (nelle confezioni sono riportati, fra l’altro: area di pesca, data di primo congelamento, scadenza, metodo di pesca, valori nutrizionali, nome del produttore, specie ittica e altri interessanti particolari che ogni azienda ritenga opportuno far conoscere).
PIZZE E SNACKS, UN AUMENTO ALL’INSEGNA DELLA QUALITÀ

Lo sforzo perseguito dalle aziende del comparto verso l’innovazione e il miglioramento qualitativo ha prodotto un’offerta che viene sempre più premiata dal consumatore. Nel 2017 le vendite di Pizze e Snacks sono arrivate a 91.500 tonnellate, +2,1% rispetto al 2016. L’analisi dei dati relativi al Retail indica l’exploit delle pizze grandi (+7% sul 2016), a conferma del loro gradimento da parte del consumatore non più come alternativa “economica” al pasto principale/unico, ma come piatto di intrinseca qualità. Ciò grazie anche alla crescente varietà di offerta, che non trascura aspetti “di tendenza” quali l’utilizzo di farine integrali o di kamut e la proposta di versioni senza glutine.

RICETTATI, RISALGONO I VOLUMI

Con il concludersi della crisi economica il segmento dei Ricettati ha terminato la fase di flessione registrata negli ultimi anni e ha cominciato a risalire nei volumi: 45.500 tonnellate, pari a un +1,9% sul 2016. Del resto, tutti i dati previsionali avevano anticipato l’evidente bisogno dei consumatori di prodotti alimentari ad alto contenuto di servizio, bisogno al quale i Ricettati rispondono pienamente: qualità degli ingredienti, ricettazioni sia tradizionali sia innovative, velocità e facilità di preparazione, attenzione al bilancio nutrizionale sono la migliore risposta a stili di vita di un consumatore che ha sempre meno tempo da dedicare alla cucina.

CARNE, A FINE ANNO UN PICCOLO RISVEGLIO

I consumi complessivi di Carni rosse e bianche surgelate hanno interrotto la discesa che, negli anni precedenti, aveva registrato valori importanti a causa dei nuovi stili alimentari che spingono – in generale – verso un modello alimentare più ricco di vegetali. Complessivamente le Carni hanno registrato consumi per 26.350 tonnellate, contro le 26.260 del 2016. In realtà, il lievissimo rimbalzo positivo è dovuto all’andamento delle Carni bianche (+1,4% sul 2016), mentre le rosse hanno continuato a diminuire (-2,3%). Nell’ultima parte dell’anno, tuttavia, si è notato un risveglio generalizzato dei consumi. Occorre però sempre ricordare, in questo comparto, la forte concorrenza rappresentata dal prodotto fresco.

In conclusione, l’intero comparto del surgelato nel 2017 ha registrato una crescita finalmente significativa, che segna un’inversione di marcia rispetto alla situazione creatasi a causa della lunghissima crisi economica iniziata nel 2008. Una ripresa che rende il settore ottimista, pur con le necessarie cautele imposte da un andamento economico che non appare ancora consolidato.

DAL PORTA A PORTA UNA CONFERMA DELL’OTTIMISMO

Lo stesso ottimismo si ricava esaminando un particolare segmento del surgelato, il Porta a Porta, specchio fedele del nuovo stile di vita di un consumatore sempre più interessato al servizio e al contatto diretto con il venditore, con cui instaura un forte rapporto di fiducia risolvendo così i propri nuovi bisogni/necessità, compreso quello dei tempi ridottissimi disponibili per gli acquisti alimentari. Nel 2017 il Porta a Porta è cresciuto del +3,4%, più della media complessiva del surgelato.

NEL CONSUMO DI SURGELATI L’ITALIA È ANCORA LONTANA DALL’EUROPA.

La ripresa dei consumi di prodotti surgelati, attestatisi nel nostro paese al valore di 13,9 chili pro capite annui, è un fenomeno che ha riguardato tutta Europa, a riprova di un andamento generalizzato in linea sia con la ripresa economica in atto nel vecchio continente sia con i nuovi stili di vita e trend di consumo sempre più diffusi tra i suoi abitanti.

CONSUMI DEI SURGELATI IN GERMANIA – ANNO 2017

TOTALE VENDITE PER SEGMENTO MERCEOLOGICO

CONSUMO PRO CAPITE ANNUO (KG)46,345,42,0%

TONNELLATE VARIAZIONE %
2017 2016 ’17/’16
DA CUCINARE 1.716.198 1.681.674 2,1%
VEGETALI 507.303 503.604 0,7%
PESCE 305.180 300.627 +1,5%
PATATE 437.733 430.381 1,7%
CARNE 449.953 431.059 4,4%
ALTRI 16.028 15.927 0,6%
PIATTI PRONTI 1.065.509 1.037.874 2,7%
RICETTATI 460.483 457.664 0,6%
PIZZE 338.489 327.595 +3,3
SNACKS 266.627 252.615 5,5%
COLAZIONE & DESSERT 948.389 912.355 3,9%
DA FORNO 858.836 828.541 3,7%
FRUTTA 79.067 73.515 7,6%
GELATI 10.485 10.299 1,8%
TOTALE GENERALE 3.730.185 3.631.828 2,7%

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Un confronto con il paese capofila dell’Unione Europea, la Germania, mostra due dati strutturali meritevoli di riflessione. Il primo dato è la distanza che tuttora separa l’Italia dagli altri grandi paesi europei (46,3 chili pro capite annui consumati dai tedeschi); al riguardo, va ricordato che paesi mediterranei quali Italia, Francia, Spagna e, in parte, la Grecia hanno a disposizione materie prime fresche in quantitativi nettamente superiori a quelli del Nord e Centro Europa.

Il secondo dato è il sostanziale rapporto di 1 a 1 in Germania fra retail e catering, con una leggera prevalenza del secondo, mentre in Italia lo stesso rapporto è di 5 a 3 a favore del primo. Il confronto, pur riconoscendo le peculiarità di ciascun paese, porta a concludere che il settore degli alimenti surgelati presenta, in Italia, ampi margini di crescita.

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